Logo del Parco
Condividi
Home » Territorio » Vegetazione » Erbe aromatiche, Officinali e Commestibili

Salix alba - Salice bianco

Il salice bianco è una pianta della famiglia delle Salicaceae, albero alto fino a 25 m, dalla chioma aperta e i rami sottili, flessibili e tenaci, che vegeta fino a 1000 metri di altitudine in tutta Europa.  
In lingua celtica il nome Sal-lis significa "vicino all'acqua" a conferma che i salici crescono bene in luoghi freschi, dal terreno ben intriso di acqua come le rive dei laghi, dei fiumi, o in prossimità di zone paludose, riesce a rimanere sommerso con radici e un po' di tronco anche per lunghi periodi senza subire stress. Il termine alba (bianco), è relativo al fatto che le foglie, di colore grigio argento con una leggera peluria setosa nella pagina inferiore, donano alla chioma un aspetto bianco-argenteo.  

Salice in Salute
La pianta è ricca di virtù medicinali. L'acido salicilico composto base di un noto farmaco, l'aspirina, viene ricavato proprio dal salice bianco e la corteccia contiene tannino, utilizzato come disinfettante e cicatrizzante.
La salicina, che costituisce il principio attivo più interessante per le proprietà, antifebbrile, antinfiammatoria e antinevralgica è utile anche contro reumatismi, mal di schiena, nevralgie e febbre; può essere impiegato e utilizzato anche come integratore naturale.
La corteccia dei rami del salice, di 2-3 anni, contiene salicina, populina, alcol salicilico, aldeidi, acidi aromatici, flavonoidi e tannini.  
L'insieme delle molecole, contenute nella corteccia  hanno un'azione notevolmente meno irritante per la mucosa gastrica, rispetto a quella dell'acido acetilsalicilico (componente dell'aspirina); l'azione vaso-protettiva dei flavonoidi ne esalta l'azione antinfiammatoria.
Per la ricchezza in tannini la corteccia di salice può essere utilizzata per decotti astringenti, ottimi nelle diarree croniche; le piaghe ulcerose, dalla difficile guarigione, trovano giovamento lavandole con questo decotto.
Da un infuso preparato con le foglie si ottiene una tisana utile nei casi di insonnia; lo stesso può essere aggiunto all'acqua del bagno per alleviare i reumatismi.
Per uso esterno, l'acido salicilico è usato in creme e lozioni, per il trattamento di molte patologie dermatologiche: acne, forfora, psoriasi, dermatiti seborroiche, duroni, calli e verruche comuni, perché svolge un'azione desquamante ed esfoliante, nelle affezioni in cui lo strato corneo dell'epidermide produce cheratina in eccesso.

Controindicazioni del Salice
La Salicina, o acido salicilico, possiede un'azione antiaggregante piastrinica, per cui il salice non deve essere assunto da persone che effettuano terapie anticoagulanti; preso con cautela anche da chi è allergico ai salicilati e, per prudenza, non è consigliabile l'utilizzo durante la gravidanza e l'allattamento.

Cenni storici
Le virtù terapeutiche della corteccia del salice sono note fin dall'antichità; questa droga, a cui sono attribuite proprietà febbrifughe ed analgesiche è citata negli scritti di Ippocrate, in seguito Discoride e Plinio, nel I secolo d.C. ne ribadirono l'efficacia.
Nel Medioevo l'utilizzo farmacologico si va progressivamente perdendo, data l'elevata utilizzazione della pianta per la fabbricazione di cesti e altri oggetti di vimini. La Scuola Medica Salernitana (dal periodo Normanno, fino alla prima meta del XIII secolo) attribuisce al salice proprietà anafrodisiache, specificando che frenava la libidine al punto da impedire il concepimento.
La svolta storica negli studi sul salice l'imprime, a sua insaputa, il 20 giugno del 1803 Napoleone Bonaparte, imponendo il blocco all'importazione di qualsiasi merce proveniente dalle colonie inglesi e dall'Inghilterra. Con tale decisione venne bloccata l'importazione dall'America anche della corteccia di china, un tempo utilizzata come antipiretico, spingendo pertanto la ricerca ad un valido sostituto farmacologico europeo, da allora fu impiegato il salice. Nel 1874 Von Heyden riuscì a mettere a punto un metodo di sintesi industriale dell'acido salicilico.

Curiosità
Si dice che il Viminale, uno dei sette colli della mitica Roma, prendesse il nome da una selva di salici che lo ricoprivano. Per la ricchezza di tannini la corteccia trovava impiego nelle concerie per avere un cuoio raffinato, chiaro e soffice.

Salice bianco
Salice bianco
(foto di: Archivio Parco Naturale Regionale Monti Simbruini)
Vuoi inviare una segnalazione di inaccessibilità di questo sito web?Invia segnalazione
Logo del Parco
© 2024 - Ente Parco Naturale Regionale Monti Simbruini
V. dei Prati, 5 - 00020 Jenne (RM) - Tel 0774/827219-21 - Fax 0774/827183
E-mail: monti.simbruini@simbruini.it - Posta certificata - CF 94006850583
Regione Lazio