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Chi giunge a Subiaco da Roma, lo trova subito a destra in mezzo a secolari pioppi neri. Si impone all'ammirazione del turista per la tipica sagoma trecentesca ed è così chiamato per la vicinanza al Convento omonimo. Costruito in pietra locale, detta cardellino, consta di una sola arcata lunga 37 m.
Munito di una torre quadrangolare di controllo. La storia della sua costruzione, secondo la tradizione, è legata ad un episodio di guerra tra truppe sublacensi e tiburtine. L'abate feudatario Adamaro nel 1356 sconfisse, nello scontro avvenuto nella piana di Campo d'Arco, i Tiburtini, devolvendo la taglia, dessi pagata per il riscatto dei prigionieri, all'erezione dell'imponente manufatto. Subì radicali e globali operazioni di restauro (come attesta un'epigrafe all'interno della torre di controllo) nel 1789, in occasione della visita di Pio VI a Subiaco.